mercoledì 7 settembre 2011

Di colpo è arrivato il momento in cui mi son vista adesso.
Cresciuta.
Ho fatto un lavoro su di me che non tutti avrebbero trovato la forza di fare.
In un anno.
Sono dimagrita, sono diventata vegetariana, ho acquisito buona sicurezza e stima di me, ho iniziato a firmare una riga di 27 e 28 all'università, cosa mai successa prima.
So benissimo quale sia il primo motore immobile. Il mio promesso sposo... Quell'uomo così fermo e forte, gentile e determinato che mi ha dolcemente aiutata a rialzarmi, a scuotermi il vestito per eliminare le polveri del passato, per emergere dal grigiore e sfavillare.
Sono in continua evoluzione, ho smesso di crogiuolarmi nel mio languore inutile, ma soprattutto ho imparato a guardare in faccia la realtà delle cose, per affrontarle e risolvere ogni situazione spiacevole. Ho imparato a prendermi la responsabilità delle mie azioni, a lavorare ogni giorno per dare le sicurezze che ho fatto mancare in un primo momento.
Ho imparato davvero cosa significa amare una persona e costruire un rapporto giorno dopo giorno.
Mi hai sempre detto "è tempo di mettere il fieno in cascina" e abbiamo iniziato a farlo, un poco alla volta stiamo costruendo la nostra realtà, che un giorno diventerà una casa, un focolare felice, perché francamente ce lo meritiamo. Portiamo delle piccole ma profondissime ferite nel cuore, ferite per chi ci ha lasciato, ferite per chi non ci ha mai conosciuto, ferite per una porta che abbiamo voluto tener chiusa. Dico che con te ho scoperto l'amore perché è così: ho conosciuto entrambe le facce con te. Il volto amabile del darsi a una persona e dell'essere tenuta in palmo di mano, la gioia del risveglio, dei vezzeggiativi, di una festa di vita insieme. D'altro lato, il volto amaro, quello delle difficoltà: molte persone si frequentano, dandosi piccoli spazi di idillio, rifiutando per paura e immaturità di condividere con l'altro la difficoltà di vivere. Noi abbiamo buttato giù quel muro sin da subito, non c'è argomento che non venga discusso, i primi anzi sono quelli spiacevoli, per risolverli e uscire a rivedere le stelle.
A te, mio splendido ventiseienne.

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